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1. Da e-learning a m-learning
L’e-learning evolve e si integra con l’m-learning per creare occasioni di formazione anywhere e anytime.
Con m-learning si intende la possibilità di usufruire di contenuti e materiali didattici attraverso dispositivi mobili e la connessione wireless.
I vantaggi offerti sono:
- l’ubiquità, per poter accedere alla formazione da qualsiasi luogo;
- la convenienza, perché si possono utilizzare dispositivi di piccole dimensioni e di costi contenuti;
- l’indipendenza dal luogo di accesso, rendendo ininfluente la distanza dal punto di erogazione della formazione: l’accesso può avvenire in un’aula o un laboratorio universitario oppure da posizioni geograficamente lontane;
- la personalizzazione dell’apprendimento, per costruire percorsi secondo tempi e ritmi propri.
Questo è possibile perché il dispositivo mobile può essere attivato facilmente in poco tempo e in qualsiasi luogo. Genericamente possiamo dire che il termine mobile identifica un dispositivo che si può mettere in una tasca. Da questo punto di vista i notebook o laptop non sono mobile, perché richiedono una fase di boot e una fase di shutdown, oltre che un adeguato piano di appoggio e spesso una connessione alla rete elettrica per l’alimentazione.
L’abitudine delle persone, soprattutto giovani, all’ascolto di risorse audio con un iPod mentre si fa jogging o durante il tragitto verso l’università, porta in modo quasi naturale all’idea di dedicare momenti diversi della giornata alla formazione utilizzando i dispositivi mobili.
L’m-learning significa quindi anche la possibilità di sfruttare i tempi normalmente non utilizzati, per esempio: tempo di ritorno a casa, al bar o al ristorante aspettando i piatti del pranzo, alla pensilina dell’autobus, in metropolitana.
2. Lo scenario digitale
Nello sviluppo delle considerazioni riguardanti l’informatica mobile, non si può prescindere dallo scenario nel quale ci troviamo ad operare come docenti, formatori, tutor o sviluppatori di contenuti didattici.
Il target della nostra azione sono persone, prevalentemente giovani, che sono nativi digitali e portano con sé stili di comportamento e di interazione nuovi:
- Comunicazione frequente
- Accesso immediato ai documenti
- Connessione permanente alla rete
- Prevalente uso di smartphone rispetto al computer tradizionale
- Orientamento alla community
- Percezione della carta come supporto secondario di informazioni e contenuti
- Preferenza per percorsi non rigidi, né predefiniti
- Personalizzazione di tempi, luoghi, ritmi di studio.
Il momento attuale è caratterizzato da una grande diffusione di smartphone e, in misura minore, di tablet ed ebook reader o pager. Le vendite di smartphone, in particolare, hanno superato quelle dei telefoni cellulari tradizionali. Sono interessanti alcuni dati statistici pubblicati da Apple e relativi all’ultimo trimestre 2011: ogni giorno nel mondo nascono 371.000 bambini e vengono venduti 378.000 iPhone; inoltre le vendite di iPad a livello mondiale hanno superato le vendite di personal computer HP.
Certamente non tutti gli studenti dispongono di apparecchi mobili di alte prestazioni (c’è un digital divide di tipo economico anche tra gli studenti): occorre però osservare che i prezzi degli smartphone di medie prestazioni sono in diminuzione e sono stati immessi sul mercato nuovi tablet economici. Inoltre è ragionevole pensare che, nei prossimi anni, il primo computer acquistato per ragazzi e giovani non sarà più un computer desktop o laptop, ma un tablet o un netcomputer.
I moderni dispositivi mobili sono caratterizzati da:
- integrazione dei servizi
- funzionalità di localizzazione
- sistemi operativi standard (Android, iOS, Windows Phone)
- ampia disponibilità di applicazioni; spesso la stessa applicazione è prodotta in più versioni per i diversi sistemi operativi.
Si può ipotizzare in prospettiva che la scuola e l’università possa essere parzialmente liberata dai costi e dalla gestione di laboratori informatici attrezzati, perché sarà più facile per lo studente “portare il computer” a scuola o all’università, essendo un oggetto che lo studente “mette in tasca” al mattino insieme alle chiavi della moto o dell’auto e al portafoglio.
Si osservi anche che l’informatica mobile apre ampie prospettive di sviluppo per il lifelong learning, con eliminazione del digital divide legato all’età e al grado di istruzione. È infatti molto più facile e immediato usare uno smartphone che un computer tradizionale.
Di contro, gli smartphone soffrono, almeno nei modelli attuali, di alcuni problemi di cui occorre tenere conto: schermo piccolo, input difficile, poca memoria, durata della batteria, applicazioni non compatibili con dispositivi diversi, assenza di standard per i formati multimediali.
3. Mobile e wireless
L’uso dei dispositivi mobili diventa più efficiente se essi possono disporre di una connessione pressoché permanente, possibilmente in modalità wireless, tenuto conto anche delle tariffe, generalmente non economiche, offerte dai Provider di connessione dati tramite 3G.
Si riscontra una crescita evidente, in modo generalizzato, di disponibilità di accesso wi-fi alla rete, spesso libero, negli edifici di Università ed Enti, nelle città, nelle stazioni e aeroporti e anche sulle spiagge e negli hotel.
L’informatica mobile si integra poi fortemente con il cloud computing per avere la disponibilità degli stessi materiali da postazioni e luoghi diversi, per la sincronizzazione dei file tra dispositivi diversi e per la possibilità di continuare a casa il lavoro sviluppato in aula e non concluso.
In ogni caso è opportuno che l’utente abbia le opzioni per scegliere se utilizzare i materiali on line oppure se farne un download per poterli consultare off line in tempi successivi. Da questo punto di vista m-learning non significa necessariamente connessione wireless.
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